L’ing. Mariangela Donati e l’ing. Marcello Carboni illustrano in questo webinar i dettagli di una serie di studi in campo su scala pilota condotti su un singolo sito dalla società InSitu Remediation Services Ltd., per valutare in forma comparativa diversi approcci di bonifica in situ per il trattamento nelle acque di falda di PFAS, contaminanti emergenti per- e polifluorurati.

Gli studi in campo su scala pilota hanno previsto l’utilizzo di due diversi ossidanti chimici (perossido di idrogeno e persolfato di sodio), oltre a quattro prodotti adsorbenti: carbone attivo in polvere (PAC), carbone attivo colloidale (CAC) (il nostro prodotto PlumeStop), resina a scambio ionico (IER) e Biochar. I risultati di questo lavoro sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Wiley’s Remediation.

Nel sito oggetto di studio sono stati rilevati prima del trattamento all’interno delle acque sotterranee vari composti PFAS, tra cui PFDS, PFBA, PFPeA, PFHxA, PFHpA, PFOA, PFOS e PFNA con concentrazioni che arrivano fino a 18.000 ng/L per PFPeA. Sono state create sei zone permeabili reattive (PRZ) su scala pilota in un acquifero poco profondo e non confinato situato in un ambiente leggermente salino e in condizioni ferro- e solfato-riduttive. Le acque di falda risultavano impattate anche da idrocarburi petroliferi nel range della benzina insieme a vari additivi tra cui MTBE e TBA.

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